Pale è un piccolo paese del comune di Foligno, che si trova nel territorio dell’Altolina in una posizione di frontiera tra la zona di pianura e quella di montagna. Nel periodo di conquista dell’Umbria da parte dei romani questa valle era abitata da una popolazione agro pastorale, la loro struttura insediativa era rappresentata da nuclei fortificati posti in cima ad aspri colli. Molto probabilmente le stradine già presistenti in queste zona furono usate nel 223 a.C., dal Console Caio Flaminio per comporre un tratto importante della Flaminia. La strada ancora oggi è individuabile: dopo Vescia, seguendo un tratto montano che parte dalla Chiesa di S. Nicolò , si saliva verso Belfiore e a monte di Carpineto, si attraversava il Ponte dell’Altolina, da qui si arrivava su un roccioso tracciato fino a Pale, poi fino a Sostino e dopo aver percorso un tratto montano si giungeva al Piano di Ricciano fino a Plestia.
Da Flaminia a ‘Via Plestina’
Per intervento di Sempronio 170 a.C., la Flaminia non percorrerà più la Valle del Menotre, ma seguirà quella del Topino, verso Nocera e il suo antico percorso si chiamò ‘Via Plestina’.
I tracciati di questa antica strada sono segnati da numerosi resti archeologici ritrovati tra Vescia e Pale. Tra gli altri, di straordinario interesse, sono i resti di un opera idraulica situata a Pale ed è una parte di un grosso acquedotto romano risalente al secolo III-IV a.C., costruito con mattoni di grosso taglio, che si trova in una stanza scavata nel travertino, usata probabilmente per la decantazione delle acque.
Arrivano i benedettini
Un nuovo sviluppo della zona cominciò nel 1273 quando i monaci benedettini di Sassovivo, in seguito a donazioni ebbero il territorio nella loro giurisdizione, impiantarono tra Pale e Belfiore attività di sfruttamento delle acque del Menotre: In questo periodo sorse il castello di Belfiore eretto per sorvegliare il tratto di via che da Vescia va a Pale. I benedettini svilupparono ed ampliarono lo sfruttamento della grande abbondanza di acqua e della sua inclinazione, l’opera a dire il vero era stata già iniziata da monaci eremiti orientali che nel V secolo si stabilirono in Italia.
Ai monaci si devono riconoscere le costruzioni, nella prima metà del XIII secolo, di mulini per grano, olio ed opifici, nati tutti lungo la Valle del Menotre, che produssero quindi grano olio, panni pregiati.
Le fabbriche di panni dette ‘gualchiere’ attraverso una successiva evoluzione si trasformarono nelle famose cartiere dalla metà del XIV secolo. Le stesse cartiere la cui carta fu utilizzata per la stampa della Divina Commedia.
La Cartiera di Pale
Nel XV secolo la famiglia Trinci (nobili potenti di Foligno), si appropriò delle cartiere di Pale, da allora il loro stemma ( due teste di cavallo opposte) appare nella filigrana della carta da essi prodotta. Nel 1590 il bibliotecario del Vaticano Angelo Rocca afferma. ‘La carta prodotta nelle cartiere di Pale e Belfiore non trova chi possa uguagliarla in bontà’.
Quando la bolla del papa Clemente XIV concesse nel 1673 la libertà di commercio ai cartai spinse notevolmente l’attività economica, tanto che nel 1810 in questa zona si contavano 16 cartiere.
Più tardi con la crisi dovuta alla zona che era fuori dai traffici commerciali e sia perché non si erano modernizzate sostituendo i motori idraulici con quelli elettrici. L’unica che riuscì a resistere fu la cartiera di Pale potenziata nel 1929 con una centralina che produceva l’energia elettrica.
Negli ultimi anni lungo il fiume Menotre sono nate una rete di centrali idroelettriche (Pale, Ponte S. Lucia e Scopoli).
La modesta economia della zona è testimoniata dalla scarsa presenza di edifici importanti. Solo la villa Elisei, dell’omonima famiglia, è presente a Pale già dal secolo VII ed a partire dal XII dominò a Pale e vi costruì uno sfarzoso palazzo dove fu accolta Cristina di Svezia (1652). Facevano parte del palazzo le grotte di stalattiti e un parco, la costruzione è posta vicino alla grande cascata. Più tardi la villa verrà utilizzata come cartiera e il parco come orto privato.
Castello di Pale
Il castello fu costruito nel 1442 con una funzione difensiva per gli abitanti del paese. Fino al 1350 Ugolino VIII Trinci aveva eretto a Pale una fortezza con mura poderose, probabilmente ampliando ciò che c’era di più antico. All’interno accanto all’antica cartiera c’è la piccola Chiesa di S. Andrea con elegante facciata in cotto (fine XVII secolo).
Più importante è la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Biagio e Margherita di cui si ha notizia fin dal 1113, quando il conte Offredo ne fa dono al fratello Alberto, abate di Sassovivo. All’interno di importante ci sono le tele della Madonna del Rosario e la Visitazione dipinte da Felice Damiani alla fine del XVI secolo. Il gruppo ligneo Madonna con Bambino risale al XIV secolo e proviene dall’Eremo di Santa Maria di Giacobbe.