Le origini di Deruta non sono molto chiare, certo è il suo legame con Perugia, di cui è stata sempre un valido baluardo verso Todi. Conosciuta fin dal 1290 per la sua produzione di maioliche e ceramiche smaltate, anche se reperti più antichi testimoniano la produzione fin dai tempi antichi, ebbe il suo miglior periodo nel Rinascimento. La ripresa, fin dagli anni cinquanta, dell’importanza di quest’arte, ha fatto nascere lungo la Via Tiberina e la Superstrada E45 innumerevoli laboratori, botteghe ed esposizioni di vendita del prodotto più caratterizzante del luogo, che si rifa principalmente ai canoni stilistici rinascimentali, riproponendo copie e reinterpretazioni dell’epoca nei classici colori e disegni.
L’antico borgo di Deruta, cinto ancora oggi dalle sue mura medievali, si erge sulla rupe sovrastante i nuovi insediamenti artigianali. Entrando dalla Porta di S. Michele Arcangelo, la principale del borgo antico, sono subito visibili delle vecchie fornaci, la prima in disuso, la seconda del ‘500 ben conservata e una terza funzionante, anche se non più utilizzata.
Superando la Fontana costruita nel 1848, si arriva in Piazza dei Consoli con il Palazzo Comunale del 1300, con bifore ai piani alti, molto trasformato nel ‘700. Nell’atrio del Palazzo vengono conservati reperti archeologici neolitici ed etruschi, frammenti di epigrafi, anfore di terracotta, sculture e capitelli.
Al primo piano è ospitata la Pinacoteca Comunale con un’importante raccolta di dipinti provenienti dalle chiese di S. Francesco, di S. Antonio, della chiesa dei Defunti di Ripabianca e dall’ospedale di S. Giacomo, tra gli altri : “Madonna dei Consoli”(1457) e un Gonfalone processionale (1465-70) dell’Alunno, “S. Rocco e S. Romano” di Fiorenzo di Lorenzo (1477-78). Nella saletta della Torre si conservano importanti documenti d’archivio della storia cittadina, tra cui il più prezioso è il “Missale fratrum minorum” della fine del XIII secolo.
Nella Sala del Consiglio si conserva invece una maiolica di grandi dimensioni che riproduce “Lo Sposalizio della Vergine” di Raffaello, ad opera di Zipirovic. Al secondo piano del palazzo è allestito il Museo della Ceramica, dove vengono esposti manufatti del luogo dal periodo arcaico ai giorni nostri.
Di fronte al Palazzo Comunale si erge la fiancata della Chiesa di S. Francesco, consacrata nel 1388, facciata con due portali ogivali, una serie di bifore e un campanile con bifore sovrapposte. L’interno, a navata unica con tetto a capriate, propone degli affreschi votivi del XV sec., nella nicchia a sinistra “Vergine tra S. Francesco e S. Bernardino”, attribuito a Domenico Alfani (~ 1520) e “S. Girolamo e S. Antonio”, attribuito a Giovanni Battista Caporali; sulla parete destra un affresco del XIV secolo.
In fondo alla stretta Via Mastro Giorgio sorge la Chiesa di S. Antonio Abbate, che conserva significativi affreschi di Bartolomeo e Giovanni Battista Caporali, raffiguranti la vita del Santo.
Nei dintorni, a soli 3 km da Deruta, sulla Via Tiberina in direzione Todi, sorge il Santuario della Madonna dei Bagni, costruita nel 1687 dopo un evento miracoloso del 1657, una guarigione attribuita ad un frammento di maiolica con l’immagine della Vergine appeso ad una quercia. Frequentatissimo da allora, il suo interno è tappezzato da quasi 600 ex voto in maiolica, specchio di usi e costumi del periodo dal XVII al XIX secolo, oltre a essere una sorta di campionario della locale produzione artigianale.
Salendo il colle oltre Deruta entriamo nella frazione di Castelleone, piccolo borgo circondato da robuste mura e torrioni, posto a difesa del territorio al confine con quello tuderte. Da qui si può scorgere la Chiesa di S. Maria di Roncione (XI sec.).