Le origini si perdono nella leggenda, dovute forse alla tribù romana dei Syllinates ricordata da Plinio o addirittura ai seguaci di Lucio Cornelio Silla, che sembra la fondarono nell’84 a.C dandogli il nome del loro capo. Prima dell'anno Mille appartenne ai Longobardi e fece parte del Ducato di Spoleto. In seguito passò allo Stato Pontificio. Ricostruita dopo il terremoto della Valnerina (1979), ha subito nuovamente seri danni nel terremoto del 1997.
La Chiesa di S. Maria del XIII secolo e il Palazzo Comunale con una bella facciata del ‘500.
Da citare la caratteristica Grotta del Beato Giolo.
Un tortuoso sentiero conduce alla grotta in cui la tradizione ravvisa il riparo del Beato Giolo, anacoreta, nato a Sellano intorno al 1250, morto nel 1315, venerato per i suoi prodigi. Ogni anno, in agosto, nella domenica successiva alla festa di S. Lorenzo, si ripete, secondo la tradizione, la processione alla quale partecipano le parrocchie di Sellano, che custodisce le spoglie dell'eremita, di Forfi, nel cui territorio è la grotta, e di Roccafranca, in cui sorge la chiesa di S. Lorenzo.
L'amenità del luogo esalta il senso di pace e di fraterno raccoglimento che pervade durante la visita alla grotta, nel ricordo del Beato Giolo e della sua vita ispirata ad un contatto diretto con Dio e testimoniata da penitenze, preghiere e intercessioni.
Sellano, inserito in un contesto naturalistico sicuramente suggestivo, grazie alla presenza di una fitta vegetazione ha favorito lo sfruttamento dei prodotti offerti dal sottobosco; notevole è la produzione di tartufi, funghi porcini e castagne che, insieme alle ottime carni di cinghiale, di formaggi ed altre carni genuine. Eccellente la produzione di acque minerali: a Sellano, infatti, sgorga la sorgente dell'acqua Tullia.