Sulla principale piazza della città, al centro della quale si erge la statua di S. Benedetto ad opera dello scultore Giuseppe Prinzi (1880), si affacciano i monumenti più importanti.
L’attuale Basilica di S. Benedetto risale al 1389, fu però modificata in seguito ai danni provocati dal terremoto nei sec. XVII e XVIII. La Basilica, presenta una caratteristica facciata con portale gotico finemente scolpito , un rosone e delle nicchie laterali con le statue di S. Benedetto e di sua sorella S. Scolastica. Anche il campanile è del 1388, ridotto però in altezza. Sul fianco destro della basilica è addossata la Loggia dei Mercanti (o Portico delle Misure), costruita nel 1570 e riedificata dopo il terremoto del 1859. L’interno della basilica fu modificata nel XVIII secolo; sotto al Balcone dei Cantori, un affresco del XVI sec., “Madonna col Bambino, S.ta Barbara e l’Arcangelo Michele”, al secondo altare di sinistra, “Resurrezione di Lazzaro” di Michelangelo Carducci (1560, di Norcia) e all’altare del transetto sinistro, “S. Benedetto e Totila” di Filippo Napoletano (1621). Due scale laterali portano alla cripta eretta parzialmente su un edificio pubblico romano del I sec. (vedi l’opus reticulatum sulle pareti), mentre per la cappella della navata sinistra si pensa che sia stata utilizzata la casa natale dei Ss. Benedetto e Scolastica. Degli affreschi rappresentano la nascita di Gesù e dei santi gemelli.
A sinistra della Basilica di S. Benedetto si erge il Palazzo Comunale; sopra al portico del XIV sec. si apre al primo piano un loggiato arioso (ora chiuso) del 1876, al quale porta una scalinata coeva. Il campanile è del 1713. Nella cappella del palazzo si conserva un reliquario del 1450.
Di fronte si alza La Castellina, la rocca fatta costruire da Papa Giulio III su progetto del Vignola (1554-63) per ospitare il Prefetto della Montagna. L’edificio a pianta quadrata con bastioni angolari a forte scarpata fu costruito sul sito del Palazzo del Podestà e dell’antica Pieve di S. Maria Argentea. Al primo piano ospita il Museo Civico-Diocesano, che raccoglie opere provenienti da Norcia e dal suo territorio comprese tra i sec. XIII e XVIII, fra cui opere di Giovanni della Robbia, Nicola da Siena, Antonio da Faenza. Da segnalare, un gruppo scultureo ligneo, “Deposizione” del XIII sec., e una pala di Jacopo Siculo.
La Cattedrale di S. Maria Argentea, a lato della rocca, fu eretta nel 1560, modificata dopo i terremoti del 1703, 1730 e 1859. Il portale principale mostra ancora le ante lignee originali, mentre il portale laterale, seminascosto dal possente contrafforte del ‘700, proviene dalla pieve dello stesso nome, abbattuta durante la costruzione della rocca. L’interno a tre navate è stato rifatto completamente nel XVIII secolo, conserva però un affresco staccato dalla Porta Orientale, “ Madonna della Misericordia”, alla maniera degli Sparapane (XVI sec.), un ricco altare del Duquesnoy, una “Madonna e santi” del Pomarancio e “S. Vicenzo Ferrer e gli infermi” di Giuseppe Paladini (1756).
Dirigendosi verso Capolaterra, il quartiere dei pastori, più elevato del resto della città e che ha maggiormente sofferto del terremoto del 1979, si passa accanto al Palazzo dei Cavalieri di Malta per arrivare alla Chiesa di S. Agostino, gotica, con un affresco del 1368 sulla facciata. L’interno, rifatto nel XVII sec., conserva degli interessanti affreschi dal XIV al XVI secolo, attribuiti agli Sparapane di Norcia, Nicola da Siena, Camillo Angelucci da Mevale e Giovan Battista di Giovannofrio di Norcia.
Proseguendo fin quasi in cima a Capolaterra, ci si imbatte in un edificio esteriormente irrilevante, che però al suo interno sorprende il visitatore, l’Oratorio di S. Agostinuccio. Il soffitto ligneo, intagliato, dorato e dipinto è un capolavoro di artigiani artisti locali del XVI secolo. Notevoli anche gli stalli e le statue dei santi patroni.
In Via Umberto I si trova un singolare edificio, il cosiddetto Tempietto o Edicola, costruito nel 1354 da un certo Vannes Tutie: a pianta quadrata, alto 6 m, con due aperture ad arco decorate da insoliti motivi geometrici, zoomorfi ed antropomorfi sopra a un basamento in rustico, all’interno i resti di un affresco della Madonna; forse si tratta di un sacello “contra pestem”.
Nella vicina Chiesa di S. Giovanni, una delle più antiche della città, ristrutturata nel XVIII secolo, possiamo ammirare un prezioso altare finemente scolpito e decorato (1469) che incornicia l’immagine miracolosa della “Madonna della Palla”, opera di Giovanni Duknovic detto il Dalmata.
Incrociando Via Sartorio e prendendo Via Dante, si arriva alla Chiesa di S. Francesco, del XIV secolo. La facciata, che mostra un bel portale e rosone, non fu mai terminata a causa dei terremoti. Il portale laterale coevo è riccamente decorato. La chiesa fu molto danneggiata nel terremoto del 1859. Al suo interno sono conservate degli affreschi del 1501 e 1510.
Uscendo da Norcia in direzione verso Cascia, nel Piano di S. Scolastica, si incontra una curiosità ambientale, le “marcite”, cioè un susseguirsi di polle, sorgenti, rivoletti, e prati umidi permanenti che richiedono il taglio dell’erba anche fino a sei-dieci volte all’anno. È probabile che qui riemergano le acque dell’inghiottitoio del Piano Grande.