Quasi dirimpetto a S. Paolo, sull‘altro versante della Flaminia e del torrente Tessino, sorge la Chiesa di S. Pietro sulle pendici di Monteluco.
Fra i più importanti monumenti della regione, fu fondata dal vescovo Achileo, probabilmente nel 419, quando questi riportò da Roma delle reliquie appartenenti alle catene di S. Pietro di San Pietro in Vincoli.
Fin dall‘Età del Bronzo il luogo dove fu eretta questa chiesa era stata una necropoli e per tutto il v secolo i vescovi di Spoleto vi furono tumulati. Questo fa supporre che la Chiesa di S. Pietro potesse essere stata la prima cattedrale di Spoleto, trasferita solo successivamente da fuori le mura in città, come avvenuto d‘altronde sia a Perugia che ad Arezzo ed a Firenze.
La costruzione attuale risale alla fine del XII secolo. Ricostruita nel XIV secolo dopo un incendio, l‘interno fu trasformata in stile barocco, come dall‘esempio della cattedrale in città (1699).
La facciata, splendido documento del tardo-romanico umbro, è diviso in tre ordini da cornici e spartito da lesene che incorniciano la ricca decorazione a bassorilievi. Mentre le formelle rettangolari denunciano l‘influenza della scultura lombarda (Antelami) e sono state eseguite probabilmente intorno al 1200, la ricchezza delle forme stilistiche dei rilievi decorativi e figurativi (arbor vitae) sui montanti e lo stipite del portale centrale fanno pensare a una esecuzione successiva, ma sempre del XIII secolo.
Curiosa la cornice a segmento di cerchio sopra il portale: forse il resto di un rosone? Il rosone vero e proprio non esiste più; è rimasto solamente il riquadro con i simboli dei quattro Evangelisti negli angoli e le decorazioni cosmatesche. La superficie vuota al centro del terzo ordine, incorniciata da quattro formelle, probabilmente era destinata ad accogliere un mosaico.