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Lunedi 18 Novembre 2024
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TERNI

Valle del Serra, una miriade di paesini


Il territorio della Val Serra si estende a nord-est di Terni ed è attraversato dall’omonimo torrente Serra. La Valle collega la Conce terzana a Spoleto.
I Primi tracciati stradali di cui si ha notizia parlano della via di fondovalle che costeggia la sponda destra del torrente Serra e collega Rocca S. Zenone a Porzano e Spoleto, poi ci sono alcuni percorsi di mezzacosta apparentemente secondari.

Strade piene di piccole storie
Particolare significato assume la strada che attraverso Titurano e Pracchia conduce a Cesi e quella che da Acquapalombo e Appecano conduce al colle dell’Ajano. Ora lungo queste strade ci sono case ma anche resti di edifici antichi e di culto. In località Le Mura si conservano considerevoli resti della costruzione e di parte delle mura di un insediamento che sorgeva in posizione di avvistamento. probabilmente i ruderi vanno identificati con il casello di Perocchio che rivestì grande importanza strategica fino al XIII, decadendo lentamente tra il XIV e il XV secolo.

Lungo i percorsi di mezzacosta è avvenuta la prima fase insediativa della valle, rappresentata ancora da Acquapalombo, Appecano e Polenaco, questo sistema entrò in crisi nel XIV quando gli abitanti migrano verso i centri di Poggio Lavarino e Porzano situati vicino al torrente ed in posizione più favorevole.

Acquapalombo e la leggenda della palomba
Questo grazioso borgo della Valserra deve il suo nome alla leggenda: sembra infatti che una palomba scoprì una fonte d'acqua lungo la strada che da Rocca san Zenone conduce a Spoleto. Proprio in questo punto quindi nacque l'abitato di Acquapalombo. Fra le caratteristiche del paese troviamo la tipica torre posta nella parte più alta del paese, come simbolo di difesa e di guardia, tipico del sistema difensivo istituito dal ducato di Spoleto lungo la valle del Serra. Un'importante fase di rilancio e di vivacità Acquapalombo lo raggiunge in età moderna in concomitanza con la venuta a Spoleto della nobile famiglia Sala che proprio ad Acquapalombo decise di trasferire la sua residenza e le attività. Ecco quindi che il borgo venne raggruppato intorno al palazzo nobiliare, andato purtroppo distrutto, ma stando alle antiche strutture ricco e maestoso proprio a testimonianza del dominio della famiglia sul territorio. Unico indizio a noi ancor oggi visibile è l'arcone a marmi policromi che si trova sul piazzale della chiesa che probabilmente un tempo inquadrava il portale d'accesso del palazzo. Dal punto di vista "urbanistico" è comunque intorno al '600 che Acquapalombo assume le sembianze che tuttora è possibile osservare.


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