Curiosità da soddisfare e la storia da raccontare o meglio da visitare. Chi ha mai notato l’aquila bianca nello stemma della città, si è ma chiesto il perché. Una sintetica panoramica su alcuni siti importanti e luoghi dove è possibile ammirare particolarità legate alla dislocazione di alcuni edifici. La simmetria rispetto alla città di due chiese ricostruite su antichi templi etruschi, forse i guardiani della città.
Tinia, Zeus, Giove e…San Giovanni Evangelista
Tra le più antiche della città di Orvieto. La chiesa di San Giovanni Evangelista è situata nell’omonima piazza. Venne costruita nel 1003 su vecchi resti di altro edificio. Un tempio etrusco dedicato a Giove fece posto, con i romani, ad un teatro romano.
Ricostruita tra il XVII e il XVIII secolo, a causa di un terremoto, venne modificata in modo importante. Il campanile in stile barocco venne ricostruito nel 1928. Testimonianze della storia etrusca provengono da alcuni ritrovamenti in loco.
Tra i più importanti c’è una colonna tronco-conica, alla cui base si legge che si tratta di un oggetto sacro dedicato a Tinia. Tinia è appunto la massima divinità etrusca, che corrisponde a Zeus per i Greci e Giove per i Romani. L’oggetto può essere visto presso il museo Faina.
Due templi antichi ‘guardiani’ fanno posto a due straordinarie chiese
Da piazza San Giovanni scendendo per una via ripidissima, a tratti fiancheggiata dai merli guelfi e feritoie, si arriva in fondo al percorso nella parte pianeggiante e si può osservare la posizione esattamente simmetrica delle due chiese ricostruite su antichi ruderi di templi etruschi, posti a guardia della città: la chiesa di S. Giovanni e quella di S. Giovenale.
Una curiosità perché l’aquila nella stemma di Orvieto
Si racconta che un’aquila bianca apparve in gioventù a Ermanno Monaldeschi futuro signore di Orvieto. Vinta dal suo falcone l’aquila fu imbalsamata per farne mostra nel palazzo del nobile. La notte di S. Lucia 1449 da qui volò via, quando fu ucciso il suo erede Arrigo e bruciato il palazzo. Si pensa che l’immagine sullo stemma dei Monaldeschi possa essere ricondotto a questo fatto e che l’aquila coronata contenuta nello stemma di Orvieto sia bianca per la suggestione esercitata dal fatto.